Mi chiamo Tommaso ho 63 anni, in pensione dal primo gennaio 2014.
L’ 11 febbraio 2014 mi sono sottoposto ad un trapianto di fegato c/ol’ospedale Cisanello di Pisa.
L’esperienza del trapianto nel suo complesso e in ciascuna delle fasi che
l’hanno segnata (attesa, trapianto stesso, degenza post intervento,
convalescenza, ripresa ) è stata straordinaria, rigeneratrice sul piano
fisiologico e soprattutto spirituale. Ne ricordo ogni istante e di ogni
istante, anche i più sofferti, a volte ne ho nostalgia. Da allora vivo in
una nuova dimensione nella quale mi sorprendo spesso ad osservare sotto una
luce diversa la natura e le sue manifestazioni, l’uomo e i suoi
comportamenti, la vita .E al termine mi capita a volte di trovarmi dentro
una gabbia, perso nei miei pensieri.
Come vorrei che tutti vivessero momenti simili. Così come non vorrei
nessuno provasse
l’angoscia del tempo che ha preceduto il trapianto quando la morte,
assumendo
sembianze quasi reali e la voce del mio respiro affannoso, la debolezza, a
volte un aumento dell’ammonio, portava ad un encefalopatia epatica, ha
varcato la soglia della mia vita accompagnando le mie notti rese insonni.
Poi, ricovero all’ospedale Cisanello di Pisa improvvisamente, l ’11
febbraio del 2014 una vita si è spenta da qualche parte e io, ora, ne porto
dentro di me il suo fegato e in esso i suoi sogni e le sue pene. Grazie al
gesto straordinario d’amore in vita di uno/a sconosciuto/a o, cosa ancora
più straordinaria, grazie al gesto dei suoi familiari, che hanno trovato la
forza dell’amore nel momento della tragedia e del dolore acconsentendo
all’espianto dei suoi organi io, immeritevole, ora sono rinato! Il fegato
nuovo, che dentro di me non mi ha dato solo una nuova vita ma soprattutto un
nuovo modo di osservarla e di pormi ad essa.